Come professionista delle artititerapie (legge 4/2013) opero in un ambito creativo e preventivo, che non ha nulla a che fare con un intervento sanitario. Solo il cliente può decidere se, come e quando iniziare o concludere un progetto di sedute: non ci sono prescrizioni mediche, non ci sono sanzioni punitive, minacce più o meno velate, decisioni fondate su sensi di colpa più o meno consapevoli, non ci sono promesse di un benessere completo. Il mio intervento si fonda sulla libertà della persona di percepire, decidere, esperire qualcosa che fa stare bene, qualcosa che crea un filo rosso, un luogo unico, un pezzo di terra dove sentirsi a casa. Le sedute si concludono dopo un ciclo di 12: il cliente può decidere se ripetere il ciclo oppure no. Può decidere a che distanza di tempo può farlo. La decisione della persona, la propria capacità di dire, di manifestare un piacere nel ricordare il lavoro fatto insieme è il solo punto di riferimento per continuare. Perché solo la persona può dire la verità su stessa , e può farlo in tanti modi, dipingendo, ascoltando, guardando, parlando, con un gesto, un silenzio, un suono.