La paura paralizza, chiude, ci rende immobili e a volte aggressivi, come recita il titolo di un grande film di Fassbinder “la paura mangia l’anima”. In questo momento chiudersi sembra l’unico gesto possibile: chiudersi a casa, chiudersi agli altri, chiudersi nella propria dimensione spirituale o creativa. Provo invece ad aprire: aprire la mia comunicazione, aprire lo sguardo a chi incontro, aprire le mie idee, le mie capacità, creare qualcosa di mai sperimentato, mettermi alla prova anche con la tecnologia per provare strategie nuove.
Le persone si ammalano e muoiono, nella solitudine. Nel momento in cui siamo vivi, siamo presenti a noi stessi e all’altro. Non abbiamo paura della nostra solitudine, non abbiamo paura degli altri. Non abbiamo paura dell’aria, del tempo, del sole. Respiriamo, incontriamo con lo sguardo un passante, sorridiamo, siamo qui. Siamo vivi. Apriamoci al silenzio, alla musica, alla bellezza, apriamoci alle ferite passate, troviamo riavvicinamenti e perdoni. Non abbiamo paura di morire. Non abbiamo paura di vivere. Non abbiamo paura.