L’equilibrio all’interno della cerchia familiare si ha solo se c’è ascolto da parte degli adulti e questi con prontezza reagiscono a segnali di sofferenza: “quanto più sacrifichiamo la nostra integrità in favore della collaborazione, tanto più andremo incontro a sofferenza”. Nel momento in cui la nostra integrità viene messa in secondo piano a favore della collaborazione la nostra comunicazione ne risulta compromessa: “se noi ne. comprendiamo il significato e cambiamo il nostro tipo di reazione, il conflitto si risolve e la sofferenza cessa. Se nessuna di queste cose accade, il segnale aumenta, o cambia, divenendo fisico invece che verbale. Infine si trasformerà in un sintomo concreto, il cui primo segno è la spossatezza, ma che può portare al suicidio o all’omicidio”. Diviene quindi essenziale l’ascolto attivo dei genitori e la loro disponibilità a intervenire tempestivamente; l’integrità dei bambini può essere violata in vari modi, Juul ne sottolinea in particolare tre. L’uso della coercizione fisica, l’imposizione di pratiche “buone” o “necessarie” approvate dalla società, e l’imposizione di opinioni ideologiche, come l’indottrinamento religioso. Quando un bambino si comporta in modo asociale sta in realtà rispondendo ad imposizioni degli adulti che hanno violato la sua integrità. Gli adulti sono responsabili di questa violazione e del comportamento distruttivo dei bambini: “spesso il comportamento degli adulti viene giudicato, ‘accettabile’. Ma la violazione da parte dell’adulto precede sempre quella del bambino. Talvolta il comportamento dell’adulto è quello di ‘impartire una lezione’, ma di solito deriva da un impulso autodistruttivo. Quando il bambino rifiuta o smette di collaborare, è perchè ha collaborato troppo o troppo a lungo nell’ambito di fenomeni distruttivi della famiglia, oppure perché la sua integrità è stata direttamente violata”. (Citazioni da J. Juul, Il bambino è competente, ed. Feltrinelli)