Secondo Freud il processo primario è un funzionamento della psiche a livello inconscio: funziona in modo diverso da quello secondario, che è lo stato di veglia. Proprio i meccanismi del processo primario emergono nel processo creativo: Arieti propone la definizione di “processo terziario” per indicare questo processo che è l’intreccio del processo primario e di quello secondario nell’atto creativo. L’immagine emerge grazie al processo primario e il processo secondario decide se usare l’immagine nel processo in atto oppure no; il processo primario frammenta le immagini e lega tra loro gli elementi per via di dettagli comuni. Il processo secondario, se accetta queste identificazioni, immette nel processo creativo le rappresentazioni del processo primario; inoltre alla base della formazione dei concetti c’è proprio il processo secondario che aiuta la formazione e l’uso degli schemi concettuali.
Durante la crescita il bambino acquisisce la capacità di legare i concetti tra loro, di stabilire connessioni e affinità, e dalla primissima età i concetti si intrecciano ai processi emotivi, sino a formare una sorta di “processo circolare”. Uno schema cognitivo si fonda e si plasma a partire da un sostrato emotivo: quest’ultimo costituisce anche la base su cui poi elaborare tutte le successive interazioni concettuali. “Soltanto le emozioni possono stimolare l’uomo a superare la difficoltà di alcuni processi cognitivi e condurlo a complesse operazioni simboliche, interpersonali e astratte” (Arieti).