Progetti di ricerca

Sono felice di annunciare una nuova pubblicazione per il Progetto “Alterità”. Si tratta di un mio testo pubblicato su Mirabilia Journal https://www.revistamirabilia.com

Il progetto “Alterità” sta procedendo con altre iniziative che saranno annunciate prossimamente: una pubblicazione in progress e un’idea che sarà sviluppata nei prossimi anni. Sono lieta di vedere che la traccia da me indicata nel mio volume “The Western Perception of Islam” è stata ripresa, direi pedissequamente, da ricercatori di diverse istituzioni, a conferma della validità della ricerca da me intrapresa nel 2007 ad oggi.

Troverete il nuovo pdf dei progetti di ricerca dell’associazione la prima radice a breve sul mio sito e sul sito dell’associazione www.edizionilaprimaradice.it

A proposito delle iniziative future, riporto un estratto di un testo di Giorgio Agamben che trovate qui: https://www.quodlibet.it/giorgio-agamben-l-u2019esule-e-il-cittadino

L’esule e il cittadino 

Proprio in quanto si presenta come la facoltà di un cittadino di porsi fuori dalla comunità dei cittadini e si situa pertanto rispetto all’ordinamento giuridico in una sorta di soglia, l’esilio non può non interessarci oggi in modo particolare. Per chiunque abbia occhi per vedere, è infatti evidente che gli stati in cui viviamo sono entrati in una situazione di crisi e di progressivo, inarrestabile disfacimento di tutte le istituzioni. In un simile condizione, in cui la politica scompare e cede il posto all’economia e alla tecnologia, è fatale che i cittadini divengano di fatto esuli nel loro stesso paese. È questo esilio interno che occorre oggi rivendicare, trasformandolo da una condizione passivamente subita in una forma di vita scelta e attivamente perseguita. Dove i cittadini hanno perduto persino la memoria della politica, a fare politica sarà solo chi nella sua città è in esilio. Ed è solo in questa comunità degli esuli, sparsa nella massa informe dei cittadini, che qualcosa come una nuova esperienza politica può qui e ora diventare possibile.

Testo di Giorgio Agamben