L’educazione emotiva come espressione del sé aiuta l’autoregolazione individuale, la coesione del gruppo, la trasformazione del contesto e del processo, creando nuove comunità emotive (Rosenwein). Inoltre attraverso queste pratiche laboratoriali emerge la profonda valenza collettiva delle emozioni.
Se la realtà dell’emozione è sociale, culturale, politica e storica, allo stesso modo in cui lo è la sua collocazione all’interno della psiche o del corpo naturale, mostriamo chiaramente come i discorsi sull’emozione e i discorsi emozionali sono commenti relativi alle pratiche essenziali delle relazioni sociali.
L’approccio storico-culturale alle emozioni favorisce la presa in carico di ogni espressione emotiva da parte del gruppo, in quanto ogni emozione, ogni affetto è considerato non come espressione patologica o come elemento potenzialmente da diagnosticare, e quindi differenziare e isolare, ma come espressione autentica della situazione emotiva del singolo nel gruppo, e del gruppo come totalità, come comunità emotiva.
L’impostazione storico-culturale che abbiamo costruito negli anni, è alla base dei laboratori che portiamo come associazione nelle scuole. A breve una nuova pubblicazione in collaborazione con Lorena Guerra, musicoterapeuta e docente.