Se, dopo l’era della giustizia inquisitoria siamo entrati in quello della giustizia esaminatoria, se, in linea ancora più generale, la procedura d’esame ha potuto ricoprire l’intera società, e dar luogo importi alle scienze dell’uomo, grandi strumenti che sono stati la molteplicità e il serrato incrociarsi dei diversi meccanismi di carcerazione
Non si tratta di dire che dalla prigione sono uscite le scienze umane. Ma se questi hanno potuto formarsi e produrre nella conoscenza scientifica tutti gli effetti di rivolgimento che conosciamo, è perché hanno avuto il supporto di una modalità del potere nuova e specifica: una certa politica del corpo, una certa maniera di rendere docile e utile la accumulazione degli uomini. Questa esigeva l’implicazione di relazioni di sapere definite, nei rapporti di potere; richiedeva una tecnica per intersecare l’assoggettamento con l’oggettivazione; comportava nuove procedure di individualizzazione.
La rete carceraria costituisce una delle armature del potere-sapere che ha reso storicamente possibile le scienze umane. L’uomo conoscibile (anima, individualità, coscienza, condotta,) è l’effetto-oggetto di questo investimento analitico, di questa dominazione-osservazione.
Da Sorvegliare e punire