Steiner pensa che i materiali didattici, l’ambiente preparato non siano un supporto per il maestro, anzi vede questa tendenza come un ostacolo all’insegnamento, perché la lezione è sempre il prodotto della personalità individuale del maestro. L’elemento importante per educare è infatti l’espressione linguistica appropriata, la capacità di comunicare idee e pensieri. I bambini seguono, infatti, l’esempio: ascoltando la padronanza del maestro, i bambini avranno il rispetto necessario per seguire le sue disposizioni, per ascoltarlo e per imitarlo, come accadeva in passato. “Solo mostrando ai giovani quello che si sa fare ci si guadagnava il diritto di educarli gradualmente anche alle cognizioni di tipo più tecnico, cioè all’aritmetica, alla geometria, all’astronomia e alla musica (il “quadrivio”)”.
Steiner sottolinea quindi che in passato l’educazione era costruita sull’elemento artistico e ciò aiutava la comprensione reciproca, la vicinanza affettiva e relazionale. Quest’elemento era quindi di grande supporto per una comunità in cui il maestro era capace di parlare, di pensare, di fare arte, di suonare uno strumento, di porsi la domanda fondamentale: “come si fa quando l’anima cosciente sta di fronte all’anima cosciente?”