Nel 2016 ho registrato il mio metodo in arteterapia, metodo Cre(t)a, creatività musicale ed artistica. Questa ricerca mi ha portato ad approfondire anche l’ambito pedagogico. Nasce così un approccio pedagogico improntato all’arte, alla natura e alla condivisione: la pedagogia dell’alterità.
Le premesse teoriche sono contenute nel poster che ho presentato presso l’Università di Bolzano:
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PEDAGOGIA DELL’ALTERITÀ
La pedagogia dell’alterità è un nuovo paradigma pedagogico e nasce dalla ricerca e dall’attività con l’infanzia del team dell’associazione culturale “la prima radice”: punto cruciale di questa ricerca è il progetto di istruzione familiare “acasadascuola”, che inizia nel 2014. Nella pedagogia dell’alterità sono tre gli elementi essenziali: natura, arte, condivisione. La natura come ambiente, adattamento, trasformazione. L’arte come processo creativo, crescita, elaborazione. La condivisione come domanda sull’ “altro”, sulla relazione individuale e sociale. Da ciò scaturisce il paradigma della nostra pedagogia: lentezza, silenzio, sorpresa.
Il rapporto con la natura pone anche il problema del rapporto con “l’altro”. Ciò che fa parte del nostro ambiente, del nostro mondo, ciò che ci costituisce nella nostra esistenza come essere nel mondo è la relazione con l’Alterità. L’altro non è qualcosa che percepiamo senza conflitto interiore, senza paure, senza pregiudizi. Il processo di relazione con l’altro è difficile e va costruito nel tempo.
Il desiderio dell’altro è la scoperta di un’entità differente da sé, in cui il sé si riconosce come pura negatività; solo negando l’altro il sé afferma se stesso. Ma questa negazione non trova una soluzione definitiva, mette in movimento un processo dialettico, che porta a una conoscenza dei nostri limiti e delle nostre possibilità.
L’alterità quindi permane, non scompare: ci richiama costantemente a una messa in gioco di noi stessi. Per giocare è necessario educarsi a questa permanenza nell’alterità, a questo mettere l’altro al “nostro posto”; un gioco da fare fin da piccolissimi.
Il paradigma della pedagogia dell’alterità:
Sorpresa: incontrare qualcuno, osservare una foglia, guardare un’alba, scorgere un pesciolino nel lago. La sorpresa è la meraviglia di fronte al mondo, l’origine del pensiero e del linguaggio.
Lentezza: camminare senza una meta precisa, senza un orario, dedicare il tempo necessario per leggere o per imparare un testo, soffermarsi sull’immagine di un quadro. La lentezza è la possibilità di prendersi il proprio tempo e di avere cura di sé.
Silenzio: potersi concentrare per ore su qualcosa, un gioco, una lettura, poter ascoltare musica e poter restare in silenzio quanto ne sentiamo la necessità. Dal silenzio scaturiscono la riflessione e il desiderio di interagire con gli altri.
IL WORKSHOP: